Jacqueline Ceresoli

Contact o Cont’Art
Lo sfondo è una casa di ringhiera, nel quartiere Turro a Milano, centro dell’integrazione riuscita di molteplici comunità etniche; i soggetti sono le genti che abitano in questo luogo “culla” delle differenze (cinesi,peruviani, pachistani, italiani, filippini ecc..) PER TRE GIORNI le attrazioni sono le opere che divengono il punto di contatto tra una diversità e l’altra.
City Art ha coinvolto trentacinque artisti nella realizzazione di opere site-specific che trasformeranno il quartiere popolare e multietnico in un teatro dell’imprevedibile, dove inquilini, spettatori e curiosi si divertano.
Turro diventa specchio della città post- contemporanea, con eventi che mostrono come il rispetto delle differenze è OPERA e AZIONE di cultura.
Varcata la porta d’entrata dell’austero caseggiato, connotato da uno stendardo decorato con scritti degli abitanti, simbolo della internazionalità dell’arte. In questa casa di ringhiera il voyeur di turno perderà lo sguardo lungo i ballatoi e passando da un piano all’altro, dal solaio fino alle cantine, osserverà che le opere interagiscono con lo spazio, aprendoci a riflessioni sul senso dell’altro.
Si è viaggiato con la fantasia tra oggetti variopinti, cose-reperto della civiltà industriale, cappellini, aromi di cucina, scritte, panni stesi decorati con scritte, fiocchi, striscioni policromi, tavole imbandite, suoni e musiche popolari e cibi speziati, così vivremo l’atmosfera di una festa di quartiere all’insegna dell’arte, che ci permetterà di trovare nuovi significati, corrispondenze, analogie e valori comuni tra le etnie diverse.
Come? divertendoci, diventando spettatori-protagonisti di uno spettacolo unico che inscena possibilità di scambi e di relazioni fra diversi “sud del mondo, “dell’altro” che diventa “noi” mediante opere, istallazioni, video, fotografie come metafore, simboli, paradossi e anche provocazioni “dada” che configurano molteplici “condizioni umane”, che speriamo siano sempre meno condizionanti. Contact è stato l’occasione per un gioco coinvolgente tra etnie diverse, per stimolare curiosità sulle differenze, per entrare nelle case del vicino di casa, che arriva da lontano, stupendoci di avere tutti in comune sensibilità, emozioni e desideri. Ed ecco “Cont’art” che inscena possibilità combinatorie di scambiare stereotipi, di rovesciare riti e miti, di culture differenti, scegliendo come luogo il Cairo: ex-periferia milanese e centro d’integrazione autoreferenziale.
Tutti noi, curiosi come bimbi,andremo alla ricerca di istallazioni disseminate nel caseggiato-galleria d’arte. Così tra un opera e l’altra attraverseremo mondi, tra le diverse culture, luoghi e spazi, sollecitando riflessioni e curiosità sull’internazionalità della creatività e il comune desiderio degli uomini di condividere esperienze, occasioni ed emozioni.
Lo spettatore è stato l’opera e le istallazioni gli strumenti emozionali e culturali che interagiscono con lo spazio, l’inquilino, amplificatori di evoluzioni sociali che animano il Quartiere, trasformandolo in un caleidoscopio di esperienze umane. Sì è respirata un’aria di festa, dove l’arte ha configurato un micromondo di “globalizzazione” riuscita, grazie alla solidarietà e alla tolleranza che sono la chiave d’interpretazione del sogno di vivere nel rispetto delle differenze.

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