PERCORSI D’ARTE NEL FALTERONA, UN LUOGO DI NECESSARIA BELLEZZA

 

Che meraviglia!” è l’esclamazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze durante il sopralluogo a Castagno D’Andrea, un luogo magico e antico, lontano dalla frenesia del mondo di oggi. Immersi in questa natura incontaminata, gli artisti hanno vissuto un’esperienza che stimola osservazione e creatività. Attraversando il bosco, hanno esplorato un paesaggio che culmina nella Grotta delle Fate, una cavità tra massi muschiosi, dimora leggendaria di fate. Le sfumature di verde che caratterizzano il bosco catturano lo sguardo e rigenerano lo spirito, evocando un’atmosfera tolkieniana. Il progetto artistico nasce da questa immersione. Le installazioni dialogano con l’ambiente, invitando i visitatori a vivere il luogo con nuova sensibilità.

La sfida di creare in un contesto così potente ha portato gli studenti a riflettere sulla forza della natura, divenuta il centro delle loro opere. Invitiamo tutti a visitare la Grotta delle Fate e a lasciarsi sorprendere dalle creazioni degli artisti, scoprendo nuove prospettive su questo straordinario paesaggio.

 

Martina Mazzocchi

Giulia Moneti

Beatrice Pasquali

 

Bio e Abstract Artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Enrico Budri frequenta attualmente il Biennio in Nuovi Linguaggi Espressivi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha esposto le sue opere in diverse mostre collettive, premi, fiere e biennali. Si autodefinisce come una sorta di “feticista del no sense”, riflettendo su concetti quali le leggi, le politiche e l’immagine.

 

Senza Titolo

L’opera rappresenta una potente allegoria delle leggi, evidenziando sia la loro funzione protettiva che la fragilità. Attraverso l’uso di elementi come filo spinato, ricci di castagne e aculei, l’artista ha creato una cintura spinata attorno a un albero. Questa recinzione, che rimane parzialmente aperta, simboleggia la protezione e la difesa del corpo fragile dell’albero. Le spine, metafore delle leggi, proteggono ciò che è delicato e vulnerabile. Comprendendo e rispettando il loro significato, si accede a uno spazio intimo e sicuro, sia fisicamente che spiritualmente.

 

 

Irene Scartoni e Giacomo Donati si sono laureati in Decorazione e Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove attualmente frequentano il biennio di Nuovi Linguaggi Espressivi. Da marzo 2022, collaborano a progetti sperimentali che esplorano il rapporto tra l’abitante e la città, utilizzando l’intermedialità dei linguaggi. Questi progetti includono la decontestualizzazione di pratiche relative ai rapporti umani e indagano su come lo sguardo possa cambiare la percezione dello spazio urbano.

 

Innesti Eteroboschivi Autoantropici

La stanzialità e l’apparente immobilità delle piante le distinguono dagli animali. La loro vita è incomprensibile agli esseri umani, poiché manca di organi specializzati e movimento, elementi vitali per noi. Questa visione antropocentrica porta all’umanizzazione idealizzata della natura, proiettando qualità umane sul mondo vegetale. Riconosciamo le piante solo quando ci ricordano noi stessi, rivelando un narcisismo latente. Il duo Scartoni/Donati, partendo da queste premesse, presenta dispositivi ironico-ludici che riflettono sull’antropizzazione emotiva della natura, includendo vegetazioni ad alimentazione elettrica che compiono movimenti ripetitivi e inutili.

 

 

Marianna Piccini, dopo aver frequentato il liceo artistico, si è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ha iniziato a lavorare con tessuti e tinture naturali, mantenendo la natura come tema centrale nei suoi lavori. Nel 2021 ha completato il corso triennale e si è iscritta al biennio in Nuovi Linguaggi Espressivi con indirizzo Decorazione, che sta attualmente frequentando.

 

Thìpi

L’opera è realizzata con bioplastiche autoprodotte dall’artista, estratte dai colori naturali della vegetazione del bosco circostante la Grotta delle Fate. L’opera è composta da pannelli colorati sapientemente assemblati e rappresenta un portale fisico e simbolico tra il mondo umano e quello vegetale. Tra giochi di luci e trasparenze, l’opera si integra armoniosamente nell’ambiente naturale, creando una congiunzione che rispetta e valorizza il paesaggio circostante.

 

 

Matilde Lezzerini ha frequentato il liceo artistico e successivamente si è iscritta al triennio di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove attualmente sta proseguendo gli studi nel Biennio di Nuovi Linguaggi Espressivi.

 

Senza titolo

Utilizzando una varietà di oggetti e materiali naturali, l’artista indaga il concetto di casa e rifugio vegetale. Il processo creativo si è articolato in due fasi principali: una fase iniziale di esplorazione e raccolta, seguita da una fase di accurato assemblaggio. Collocandosi a metà tra l’artificiale e il naturale, la costruzione di queste abitazioni rappresenta per l’artista un gesto di cura e partecipazione con il mondo vegetale.

 

 

Sebastiano Branca ha frequentato il triennio al corso di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Catania dove si è dedicato alla ricerca sui materiali classici e industriali, sperimentando nuove metodologie espressive. Trasferitosi a Firenze, si iscrive al Biennio dell’Accademia di Belle Arti, nel corso Nuovi Linguaggi Espressivi con indirizzo Scultura, approfondendo l’installazione, la fotografia e la performance.

 

Informe decomposto

L’intervento dell’artista ruota attorno al concetto di frana, interpretato sia come evento storico che come simbolo. L’opera mira a evocare in chi guarda ed esperisce il luogo una sensazione di complicità e presenza, instaurando un profondo legame con il territorio. L’artista desidera abitare il luogo in modo discreto e non invasivo, invitando il pubblico a sentirsi parte integrante del paesaggio e della sua storia, indagando l’esperienza del corpo abitante.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *